lunedì 8 marzo 2010

8 MARZO: FESTA DELLE DONNE

8 marzo: Festa delle donne. Ma cosa dobbiamo festeggiare? Ed è proprio vero che siamo noi le attrici di questa festa o ci facciamo festeggiare ad uso e consumo di chi ci guadagna addosso? E non ce ne accorgiamo o glissiamo sulla mancanza di significato che ha questo giorno per chi lo vive leggermente senza averne piena coscienza? E la mimosa è proprio un simbolo per festeggiare la donna o è un modo per rimpinguare le casse di tutti i negozi di fiori che aspettano giorni come questo, San Valentino, la festa del papà, della mamma per fare affari d’oro?
Io personalmente ho sempre evitato di farmi coinvolgere in cene, serate danzanti, galà appositamente studiati per l’occasione che mi sembrano avvilenti espedienti per affermare la propria individualità, femminilità che avrebbe senz’altro spazi, momenti e tempi più adatti per potersi esprimere.
E poi, le donne alle quali dobbiamo rivolgerci, sono i modelli impostici dalla televisione o è l’esercito silenzioso di donne che ogni mattino si alza, si consuma tra lavoro, casa e figli e la sera è così stanco da non sapere neppure di che giorno si tratta?
Basterebbe rivolgere il pensiero a donne come Rita Levi Montalcini o Alda Merini grande poetessa da poco scomparsa, per dare un senso a questo giorno e riscattarlo da tutto il vuoto che lo circonda.
Ecco, oggi 8 marzo io festeggerei Alda Merini, simbolo di tutte le donne calpestate, emarginate, abbandonate come lei, che non solo in vita ha espiato la colpa di essere donna ma che i continui ricoveri ospedalieri, oltre che a peggiorare i suoi disturbi mentali, le hanno anche devastato l’anima.
L’omaggio che le renderemmo non servirebbe solo a risarcirla di quella elemosina di consensi e riconoscimenti ricevuti in vita ma sarebbe per noi un primo passo verso quel risveglio delle coscienze magari sopito o imbarbarito da chi ci vuole ghettizzare nell’angolo delle “belle statuine.”
Leggendo le sue poesie, di una rara bellezza possiamo capire molte cose della vita e del mondo delle donne.
Ve ne propongo alcune, tra le tante che, per il tema trattato, danno sapore a questo giorno.

L’unica radice che ho mi fa male


Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.





(...) Riottosa a ogni tipo di amore
sei entrato tu a invadere il mio silenzio
e non so dove tu abbia visto le mie carni
per desiderarle tanto.
E non so perché tu abbia avuto il mio corpo
per poi andartene
con il grido dell'ultima morte.
Se mi avessi strappato il cuore
o tolto l'unico arto che mi fa male
o scollato le mie giunture
non avrei sofferto tanto
come quando tu un giorno insperato
mi hai tolto la pelle dell'anima.


Il mio primo trafugamento di madre
avvenne in una notte d’estate
quando un pazzo mi prese
e mi adagiò sopra l’erba
e mi fece concepire un figlio.
O mai la luna gridò così tanto
contro le stelle offese,
e mai gridarono tanto i miei visceri,
né il Signore volse mai il capo all’indietro
come in quell’istante preciso
vedendo la mia verginità di madre
offesa dentro a un ludibrio.
Il mio primo trafugamento di donna
avvenne in un angolo oscuro
sotto il calore impetuoso del sesso,
ma nacque una bimba gentile
con un sorriso dolcissimo
e tutto fu perdonato.
Ma io non perdonerò mai
e quel bimbo mi fu tolto dal grembo
e affidato a mani più “sante”,
ma fui io ad essere oltraggiata,
io che salii sopra i cieli
per avere concepito una genesi.




Inno alla donna

Stupenda
immacolata fortuna
per te tutte le culture del
regno
si sono aperte
e tu sei diventata la
regina
delle nostre ombre
per te gli uomini
hanno preso
innumerevoli voli
creato l’alveare del
pensiero
per te donna è sorto
il mormorio dell’acqua
unica grazia
e tremi per i tuoi
incantesimi
che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno
per ogni estate
un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore
per ogni capello
ora sei donna tutto un
perdono
e così come ti abita
il pensiero divino
fiorirà in segreto
attorniato
dalla tua grazia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Non credo alla festa delle donne e non credo nemmeno alle giornate manifestanti delle donne. Le sento tutte strumentali, ad uso e consumo della politica. Non mi piace.
Non vedo lo sviluppo delle potenzialità femminili nella politica e nella bramosia di potere, men che meno nella lotta "fratricida" contro l'uomo. Sento che c'è la necessità di una strada diversa. non più in guerra.

grappoli di emozioni ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te. Le sfilate in piazza, gli slogan contro la cultura maschilista, spesso pretestuosa, non fanno altro che alimentare i contrasti a scapito di un sano confronto su posizioni idee, progetti indirizzati verso un unico obiettivo: il benessere di tutti.